sabato 31 dicembre 2016

Happy New Year.

"Non credevo che saresti venuto qui, anche dopo quello che è successo con i tuoi genitori." 

 "...." 

"Non puoi mettere il muso a me, ragazzo, non c'entro mica niente io"

"...non sto mettendo il muso. Dove lo metto questo?"  

 "Sopra quel tavolo. Com'è stare dal lato dei reietti, questa volta?" 

 "Non è la stessa cosa, zio Ben."  

 "Non è la stessa cosa? E' la stessa fottuta cosa Cole. Tu sei uno sporco mutante e io un buono a nulla, mi pare che sia la stessa fottuta cosa." 

 "...tu hai derubato papà, zio Ben." 

 "Dimenticavo che sei stato un viziato figlio di papà per troppo tempo. Non ho derubato nessuno! Avrei rimesso i soldi a posto dopo qualche giorno. O mese. A tuo padre i soldi non servono, non gli sono mai serviti. Si nutre solamente del suo ego smisurato e del suo orgoglio." 

 "..." 

 "E' troppo presto per parlare di merda del tuo paparino?" 

 "...Questo scatolone è troppo pesante." 

 "Abituati alla vita vera e spostalo, ragazzo. Altrimenti non guadagni nulla. Imparalo il prima possibile, invece di fare la fighetta. Siamo entrambi tagliati fuori dalla cassa di famiglia e sono io quello che ti paga, oggi. Pensavo di avertelo messo in chiaro al telefono, quando mi hai chiesto un lavoretto." 

 "...capito."
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 "Ehi, zio Ben?" 

 "Che vuoi?" 
 "Cosa fai a Capodanno?"  
 "...No, ragazzo. Non giocheremo alla famiglia felice, a capodanno. Ho i miei cazzi." 
 "...capito." 
 "Ehi, non volevo suonare brusco. Ma trovati qualcun altro per queste cose, io non sono bravo. Aspetta eri venuto qui per questo, ragazzo? Non per i soldi?" 
"Ero venuto per i soldi, zio Ben. Non preoccuparti."

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Il vento freddo di Devil's Pocket scompiglia i capelli di Cole prima che il ragazzo si metta in testa il cappellino di lana, fuori dalla porta del magazzino dello zio. Il portafogli è un pò più pieno, per quanto abbia dovuto contrattare per il prezzo. Sospira piano, scuotendo la testa e rimanendo lì, senza camminare. Prende il cellulare dalla tasca e va verso i messaggi ricevuti, aprendo un messaggio ricevuto qualche ora fa.

"Non andare al quartiere superumano. Ho ascoltato quella orribile radio. Quei mostri non sono come te, non hai alcun motivo di difenderli. Resta a casa."

Rimette con un gesto semplice il telefonino in tasca, facendo qualche passo in avanti e scuotendo la testa. Si ferma di nuovo, guardando il quartiere ormai illuminato dalla luce della mattina.

"Beh, buon anno a te, Cole."

Mormora il ragazzo, prima di rimettersi a camminare verso la Scuola. L'unico posto che può e vuole chiamare casa, ormai.

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